L’Aston Martin, nonostante l’arrivo del magnate Lawrence Stroll, non se la passa bene. Il brand è colato a picco.
Ci si attendeva un grande passo in avanti per il marchio inglese con l’arrivo di Stroll. Il canadese ha effettuato una manovra finanziaria, entrando nella cordata dei proprietari dell’Aston Martin. Il 31 gennaio 2020 Stroll ha messo sul piatto 182 milioni di sterline, acquisendo il 25% della casa britannica. E’ iniziata una nuova era con i migliori propositi, ma per ora i risultati sono preoccupanti.
Gli investimenti per modernizzare le strutture e rendere anche il team impegnato in F1 (ex Racing Point) competitivo ai massimi livelli non ha avuto un impatto positivo. La ristrutturazione ha portato ad un flusso di cassa di 318 milioni di sterline, attraverso una nuova emissione di diritti, portando ai tempi nelle casse un totale di 500 milioni di sterline per la società.
Stroll ha preso il posto alla presidenza du Penny Hughes. Nell’affare sono rientranti anche il magnate farmaceutico svizzero Ernesto Bertarelli e il vertice di Mercedes-AMG Petronas Motorsport con in primo piano Toto Wolff, rispettivamente con il 3,4% e il 4,8% delle quote. Il team principal della Mercedes ha dato, in passato, una grossa mano alla squadra, sul piano tecnico, creando non poche polemiche. Gli appassionati ricorderanno la Mercedes rosa.
La casa inglese ha promosso Tobias Moers al posto di Andy Palmer nell’incarico di amministratore delegato, nel giugno 2020. Ci sono stati i primi tagli a causa dei problemi derivati dalla pandemia. Nell’ottobre 2020 ha abbandonato anche il fondo Investindustrial di Bonomi, cedendo l’ultima quota residuale del 4,12%. Scenari che lasciavano trapelare una crisi irreversibile che sembra essere arrivata puntuale nel 2024.
Per rilanciare i fatturati, l’Aston Martin ha scelto di promuovere la propria interpretazione di auto a ruote alte. Il SUV DBX è stato prodotto in un nuovo stabilimento gallese appositamente realizzato. I risultati commerciali non hanno sorriso. Il padre del pilota di F1 Lance ha provato a sfruttare una crescita della squadra nel 2023, ma si è trattato di un fuoco di paglia. Dopo i clamorosi primi podi in F1 di Fernando Alonso si è registrata una discesa verticale, dando un altro colpo all’immagine dell’AM.
L’azienda, non nascendo per avere grandi dimensioni, è stata spremuta forse oltre l’inverosimile. Nel panorama delle automobili sportive di lusso produce Gran Turismo realizzate con cura artigianale e maniacale, tuttavia il mercato è cambiato rispetto al passato. L’espansione voluta da Stroll non ha pagato e l’azienda ha accumulato debiti per circa 1,4 miliardi di dollari.
Il costruttore inglese ha raccolto fondi da nuovi azionisti e sta provando a stabilirsi in un momento di grave crisi. L’incertezza sui tagli dei tassi sta rendendo ancora più difficile il quadro generale.
Vi saranno dei colloqui in merito ad una obbligazione di 1,1 miliardi di dollari in scadenza a novembre del 2025. “Al momento stiamo studiando con le banche le azioni più appropriate per affrontarlo – ha annunciato Stroll in un’intervista a Bloomberg Television – la questione sarà discussa nel modo più appropriato possibile e nel interessi dell’azienda e dei suoi azionisti“.
L’analisi effettuata da Bloomberg ha messo in luce una linea di credito revolving di 79 milioni di sterline per il brand inglese, in scadenza l’anno prossimo e un prestito obbligazionario di 121 milioni di dollari da rimborsare nel 2026. Una situazione che si sta facendo sempre più complessa, nonostante la posizione economica top del Tycoon canadese.
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