Si sta andando ancora oltre, non c’è intenzione di smettere con i vandali degli autovelox che hanno ancora una volta, colpito.
Non è assolutamente finita la caccia alle macchinette dell’autovelox. Il fenomeno anzi, sembrerebbe dover continuare ancora per un bel po’, visto che i primi atti vandalici ormai risalenti a diversi mesi fa, vengono ancora emulati in giro per l’Italia e non solo. Finché non dovessero esserci le giuste misure per cautelarsi contro chi sradica e distrugge gli autovelox è difficile pensare che qualcuno non si diverta a fare sempre di peggio.
Lo hanno chiamato Fleximan proprio per un motivo esatto. Il Flex ovviamente fa capo alla marca dello lo strumento con cui l’uomo abbatté diversi autovelox. Da quando poi il misterioso vandalo è stato seguito in tutta l’Italia, ormai Fleximan è diventato un movimento più che il nome di un singolo. Attenzione però a continuare questa strana e nuova tradizione degli automobilisti a cui piace trasgredire perché in realtà le pene per chi viene scoperto non sono assolutamente leggere.
Il fenomeno ha preso piede soprattutto al Nord-Italia ma potrebbe non durare ancora per molto perché ovviamente le forze dell’ordine si sono messe sulle tracce dei vari distruttori delle macchinette. Intanto però, un altro singolare avvenimento legato alle macchinette per il controllo della velocità si è verificato poche ore fa ed ha anche del bizzarro. Vediamo cosa è successo.
L’atto vandalico è stato commesso da persone non ancora individuate che non si sono però ridotte alla distruzione della macchinetta. Durante le proteste degli agricoltori, in una zona della Francia confinante con i Paesi Baschi, si è visto sparire uno degli autovelox presenti lungo la strada. Oltre ad esser stato distrutto infatti, questo è stato letteralmente rapito per poi riapparire qualche ora dopo in cima ad una montagna.
Infatti, il radar è stato ritrovato poi in cima al Mont Baigura, ben lontano dal luogo dove era stato installato. Anche in questo caso le autorità hanno avviato le indagini per risalire ai malfattori, ma ora la curiosità di molti resta legata al gesto stesso.
Non si sa per ora se lasciare la macchinetta in montagna fosse un segno di protesta ben preciso o se semplicemente, chi aveva già compiuto un atto vandalico si è poi divertito a cercare di disperdere il radar distrutto. Ora una cosa è sicura e cioè che il fenomeno Fleximan non stia prendendo piede solo nello Stivale e chissà per quanto ancora andrà avanti.
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