Altri problemi per il Gruppo Stellantis, con gli operai della fabbrica di Mirafiori che hanno deciso di chiedere aiuto al sindacato.
Il mondo automobilistico sta attraversando un periodo di profondi cambiamenti, il che causa non poca incertezza anche tra coloro che lavorano in questo settore. Le fabbriche infatti non hanno più la certezza di proseguire la propria attività, con moltissime aziende che infatti stanno chiudendo o limitando il proprio lavoro.
Non è un caso infatti che anche un colosso come Stellantis abbia richiesto a gran voce l’intervento del Governo italiano, in modo tale da poter usufruire di una serie di finanziamenti atti a migliorare la gamma elettrica. Proprio queste innovazioni al momento sono quelle che stanno facendo maggiormente discutere e creano problemi ai colossi.
L’Italia però ha intenzione di entrare direttamente a far parte del gruppo, entrando con la percentuale della Francia, ovvero quella del 6%. Per ora però non ci sono le basi per una trattativa, come spiegato dal Presidente di Stellantis John Elkann, con la il colosso italo-francese che mostra anche di avere dei problemi nella gestione delle proprie fabbriche.
La storica sede nella quale si producono le FIAT è sempre stata quella di Mirafiori, in quel di Torino, con lo stabilimento che è noto e rinomato in tutto il mondo. Al momento però non vi è certezza della produzione futura, motivo per il quale si parla addirittura di far produrre in questa fabbrica le auto cinesi del Gruppo Leapmotor, con Stellantis che da poco ne ha acquistato il 21%. I sindacati hanno però cercato di mettere i puntini sulla “i” per questa strana vicenda.
Di recente Automotive News ha sganciato la bomba, annunciando come i vertici del Gruppo Stellantis stiano valutando la possibilità di far produrre nella fabbrica di Miarfiori le auto della Leapmotor. Una scelta che ha lasciato di stucco tutti e nel momento in cui è stata posta la domanda al CEO di Stellantis, ovvero Carlos Tavares, quest’ultimo non ha negato la possibilità.
Un cambiamento che sarebbe epocale, ma che allo stesso tempo permetterebbe alla fabbrica di avere una richiesta di produzione di circa 150 mila veicoli ogni anno. Numeri che permetterebbero così all’azienda di continuare a produrre senza dover ridurre il numero di metalmeccanici al lavoro, con questo che è il punto di maggiore interesse per i sindacati.
La posizione di chi deve tutelare il lavoro infatti è abbastanza chiara, con Luigi Paone, il segretario generale di Uilm Torino, che non ha chiuso le porte alla Cina. Dal proprio punto di vista infatti non è importante per chi si stia producendo e quale tipologia di auto, ma ciò che conta è che ci sia una continuità di produzione e soprattutto che questo non modifichi in alcun modo gli accordi tra Stellantis e i suoi dipendenti.
La richiesta invece di Edi Lazzi, il segretario di FIOM-CGIL Torino, è quella di un confronto diretto con il Gruppo Stellantis, in modo tale da poter avere un quadro chiaro di ciò che il colosso voglia fare nel prossimo futuro. Ciò che interessa dunque è che ci sia un lavoro, poco importa per quale marchio.
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