Per quanto riguarda i carburanti, arriva una notizia tutt’altro che banale nelle ultime ore. Scopriamo di cosa si tratta.
Il caro carburante, purtroppo, è un elemento ancora molto presente nella nostra società. Negli ultimi anni il prezzo per ottenere il pieno alla macchina è aumentato in maniera davvero spropositata, il che nel 2024 pare essere ancora un fattore non indifferente. Il Governo italiano, sotto la gestione Draghi, aveva provato a metterci una pezza con le accise.
Tutto ciò però non è stato affatto sufficiente, e il Governo capitanato da Giorgia Meloni ha di fatto tolto questa iniziativa. All’interno di questo articolo parleremo di qualche novità legata al caro carburante.
Il motivo è infatti legato ad un’altra bocciatura giunta da parte del governo. Non si potrà fare più niente del genere, evidentemente. Detto questo, approfondiamo la questione nel miglior modo possibile: i dettagli a riguardo.
Carburante, che bocciatura: i dettagli
Dopo svariato tempo passato dall’iniziativa del cartello dei prezzi medi dei carburanti – misura attuata dal Governo italiano attuale per cercare di frenare i rincari di benzina e diesel -, oggi parleremo di nuovo di tale decreto.
Lo scorso novembre, il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso presentato da FEGICA (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini), FIGISC (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti) e qualche esercente che voleva annullare questo decreto. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy aveva deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato che si è pronunciato di recente. Questi ha bocciato l’obbligo di esposizione del cartello dei prezzi medi dei carburanti.
La sentenza si è espressa e ha accolto il ricorso del Ministero. Tuttavia, ha aggiunto che l’articolo 7 del d.m. 31 marzo 2023 è illegittimo e deve essere annullato. Per i giudici, quindi, l’aggiornamento quotidiano dei prezzi medi dei carburanti è una richiesta manifestamente irragionevole e sproporzionata, visto e considerato che i consumatori possono avere informazioni più complete sui prezzi direttamente dal sito del Ministero o scaricando un’app apposita.
I giudici consigliano al Governo di trovare misure più idonee ad attuare quanto previsto dal decreto legge, possibilmente senza gravare i distributori di oneri eccessivi e impropri.
FEGICA, FIGISC e ANISA hanno commentato questa sentenza e chiesto al Governo di prendere atto del provvedimento del Consiglio di Stato. Ecco le dichiarazioni: “Ora il Governo, il Ministro Urso e il suo ufficio legislativo devono prendere atto della nuova realtà disegnata dal provvedimento del Consiglio di Stato e procedere di conseguenza.
Magari affrontando dialetticamente e senza forzature, con le rappresentanze di categoria i temi che più volte sono stati posti alla loro attenzione. La vicenda dimostra che ingaggiare un braccio di ferro con la categoria non determina il risultato atteso. Noi siamo come sempre pronti al confronto ma senza l’imposizione di diktat”.