La casa francese starebbe studiando un propulsore che potrebbe conquistare il mercato del nostro paese per la sua efficienza.
Il mondo Automotive è sempre alla ricerca di innovazioni per progredire verso il futuro, con l’avvento dell’elettrificazione questo aspetto dello sviluppo è andato a perdersi dato che ciò che compiono le auto è in quella direzione e di conseguenza non è da segnalare al pubblico che invece può essere interessato a capire come si stanno muovendo le case automobilistiche. Mettere a conoscenza i clienti di ciò che si sta facendo, senza entrare nel dettaglio ovviamente, li fa sentire vicini e questa sorta di unione può creare una fidelizzazione a prodotto finito.
D’altronde non è facile per i brand far tutto ciò dato che ora rispetto al passato si fa molta più attenzione a non creare travasi di know-how a persone che non fanno parte del personale tecnico, esistono i brevetti che tutelano il lavoro dei vari marchi ma questo non basta serve davvero massima segretezza per non far trapelare nulla di importante sino a che i lavori non siano compiuti. Tuttavia qualche indiscrezione può venir fuori e così si è informati su cosa si sta facendo in quel determinato ambiente.
Renault come si è potuto vedere nel corso degli ultimi mesi sembra aver lasciato da parte almeno momentaneamente lo sviluppo delle proprie vetture a zero emissioni. Usciranno dei modelli ma non ci sarà la corsa incessante a sviluppare una gamma specifica per accogliere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea.
Si tratta di un qualcosa di davvero importante nel settore, una sorta di marcia indietro anche se in realtà è più equiparabile ad uno stallo. In questo modo potrà continuare a fare ciò che sta facendo ora ovvero ad avere un listino molto equilibrato.
Renault ha infatti deciso che produrrà un motore da 2 litri diesel negli stabilimenti italiani, un’operazione in collaborazione con Dumarey Automotive Italia. Il motore a dispetto della corposa cubatura sarà caratterizzato da un’altissima efficienza allo scopo di mantenere le emissioni il più basse possibile.
Questa operazione rientra quindi nella sostenibilità, solo che si vuole puntare su un sistema di alimentazione che a dispetto di molti è ancora lontano dal terminare la sua esistenza e quindi va ancora sfruttato poiché in grado di rivelarsi ancora molto utile. Sarà interessante capire se e come risponderanno i competitor a questa idea.
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