Il tema degli stabilimenti auto italiani a rischio è più vivo che mai. Ora, però, l’annuncio ufficiale scioglie ogni dubbio
La cassa integrazione tanto scongiurata è arrivata a Mirafiori, ma a marzo vedrà la sua fine per la gioia dei tanti metalmeccanici e delle famiglie coinvolte. La riduzione dello stipendio, com’è successo per questi ultimi, non è mai una buona notizia per i diretti interessati e ciò è stato dovuto ad alcune dinamiche che ancora, però, non sono facili da comprendere (dato lo scarico di responsabilità dimostrato dalle parti in causa).
Il problema degli stabilimenti auto in Italia, comunque, è ancora tutto in via di definizione e ne stanno parlando diversi media, vista la forte preoccupazione per le vittime di tali errori gestionali, i soliti operai. Sono sempre loro a dover subire le carenze di attenzione sul tema da parte delle istituzioni e delle aziende coinvolte, obbligati a stare a casa senza possibilità di reintegro in tempi brevi.
Le cause della chiusura di uno stabilimento derivano spesso dalle oscillazioni sul mercato delle vendite, il quale va a inficiare sulla produzione. Nel caso del settore automobilistico, uno dei gruppi maggiormente influenti nel nostro Paese è quello di Stellantis, ed è stato proprio il numero uno di tale azienda a intervenire per poter decretare la parola fine, difficile comunque da raggiungere, su questo tema.
Il dibattito fra le parti è aperto
A intervenire in merito alla situazione riguardante gli stabilimenti auto in Italia è stato anche il Governo italiano, il quale si è esposto tramite il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso. Quest’ultimo aveva affermato che nel caso in cui Stellantis non riuscisse a produrre in Italia almeno un milione di auto, allora si affiderebbe ad altri produttori (huffingtonpost.it).
Secondo quanto, invece, ha fatto sapere il Ceo del Gruppo, Carlos Tavares, sono mancati gli incentivi sulle auto elettriche da parte del Governo. Ciò ha portato a una mancanza di domanda per il modello 500e, il quale non ha ottenuto sul mercato i risultati che ci si aspettava.
Proprio questa mancata produzione ha portato alla cassa integrazione per gli operai di Mirafiori ma, da quanto ha fatto sapere il numero uno di Stellantis, l’impianto non chiuderà (gazzetta.it).
Neanche gli altri impianti, come quello storico di Pomigliano, non sembrano esser a rischio secondo lui. “Il Gruppo ha accettato e condivide l’intenzione del governo italiano per poter arrivare a produrre un milione di veicoli ogni anno in Italia”, ha poi concluso il suo intervento.