Da Stellantis si accende la luce su una condizione sempre più discutibile per il mondo della produzione di automobili, che preoccupa gli stabilimenti italiani presi in considerazione.
Non è un periodo di completa distensione circa i rapporti fra il Gruppo Stellantis e il Governo italiano. Continua in modo piuttosto acceso e con visioni distanti fra loro il dibattito sulla gestione della produzione di vetture in Italia. Dopo una serie di ragionamenti in merito, il CEO del gruppo italo-francese, il portoghese Carlos Tavares, è intervenuto in prima persona offrendo la sua analisi circa la presa di posizione del paese.
Dal punto di vista del manager, il Governo dovrebbe applicarsi maggiormente per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore, proteggendo al contempo quelli già attivi, piuttosto che mettere in bastoni fra le ruote all’azienda, polemizzando circa lo spostamento di parte della catena produttiva al di fuori di confini nazionali.
Il dirigente Tavares è intervenuto dopo le affermazioni di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, il quale gli si era rivolto dichiarando: “Se Tavares o altri ritengono che l’Italia debba allinearsi alla Francia, allora ce lo chiedano”.
Il riferimento è al recente aumento del proprio capitale sociale da parte della Francia all’interno dell’azionariato di Stellantis. Il portoghese ha schivato in parte la provocazione, definendola un capro espiatorio per non assumersi la responsabilità dell’assenza – ad esempio – di sussidi sufficienti per l’acquisto di veicoli elettrici, mettendo così a rischio la produzione negli impianti del territorio.
Stellantis, prosegue la querelle col Governo italiano: la ferma posizione di Urso
Il Ministro Urso ha espresso il suo disappunto in merito al riferimento al piano incentivi. Rispetto all’anno precedente, per il 2024 la somma totale è stata incrementata e soprattutto è aumentata la percentuale destinata a coloro che intendano comprare una vettura elettrica, soprattutto in caso di rottamazione di quella vecchia alimentata dal motore tradizionale. Si è parlato perciò di un anno sperimentale circa il piano incentivi.
L’efficacia dello stesso e il suo funzionamento sarà verificata nel corso dell’anno e nel caso di procederà o meno a una revisione della strategia. Il Ministro ha concluso rivolgendosi a Tavares ma in generale esprimendo le intenzioni del paese: “Se non si raggiungerà l’obiettivo dell’aumento della produzione di auto nel paese, in futuro le risorse del fondo automotive saranno indirizzate non a incentivare i consumi, ma a sviluppare nuovi investimenti produttivi in Italia”. Quindi riconversione produttiva, ma anche “una seconda casa automobilistica nel nostro Paese”.